Lo Stadio Olimpico è il principale e più capiente impianto sportivo di Roma. Sorge all'interno del complesso sportivo del Foro Italico, nella parte settentrionale della città. Patrimonio del CONI, la struttura è destinata principalmente al calcio (vi si svolgono le gare interne di Lazio e Roma ed è la sede della finale di Coppa Italia) e all'atletica leggera, ma occasionalmente ospita concerti di musica leggera e altri eventi di vario genere. Nel corso della sua storia è stato sottoposto a tre sostanziali ristrutturazioni e ad un completo restyling.
Durante le Olimpiadi del 1960 lo stadio fu la sede delle cerimonie di apertura e di chiusura, e delle competizioni di atletica leggera. Furono eliminati i posti in piedi, con il risultato di portare la capienza effettiva a 65.000 spettatori. In seguito ospitò varie edizioni dei campionati italiani di atletica leggera, i Mondiali di atletica leggera del 1987 e tuttora ospita annualmente il meeting del "Golden Gala".
La principale caratteristica dello stadio fu la sua sorprendentemente bassa elevazione da terra, a dispetto della sua rilevante capienza, così come erano stati previsti gli stadi da Enrico Del Debbio nel suo progetto del Piano regolatore del Foro Italico. Questo risultato fu ottenuto grazie alla parziale sottoelevazione del terreno di gioco, sfruttando inoltre la forma naturale a conca del terreno attorno ad esso. Grazie a questi accorgimenti l'impianto si integrava perfettamente con l'ambiente circostante, offrendo un impatto visivo estremamente gradevole e contenuto. I seggiolini furono inizialmente costruiti in legno, sostituiti in seguito da altri in pietra di colore verde chiaro. Non era presente una copertura delle gradinate, ad eccezione di una piccola struttura (aggiunta in seguito) che, oltre a coprire una piccola parte della Tribuna Monte Mario, ospitava i giornalisti per le Radiocronache e le sale stampa. L'unica critica mossa negli anni allo stadio fu l'eccessiva lontananza delle curve dal campo di gioco, che penalizzava notevolmente la visione delle partite di calcio, dovuta alla presenza della pista di atletica e alla necessità di ricalcare il perimetro della struttura preesistente.
La principale caratteristica dello stadio fu la sua sorprendentemente bassa elevazione da terra, a dispetto della sua rilevante capienza, così come erano stati previsti gli stadi da Enrico Del Debbio nel suo progetto del Piano regolatore del Foro Italico. Questo risultato fu ottenuto grazie alla parziale sottoelevazione del terreno di gioco, sfruttando inoltre la forma naturale a conca del terreno attorno ad esso. Grazie a questi accorgimenti l'impianto si integrava perfettamente con l'ambiente circostante, offrendo un impatto visivo estremamente gradevole e contenuto. I seggiolini furono inizialmente costruiti in legno, sostituiti in seguito da altri in pietra di colore verde chiaro. Non era presente una copertura delle gradinate, ad eccezione di una piccola struttura (aggiunta in seguito) che, oltre a coprire una piccola parte della Tribuna Monte Mario, ospitava i giornalisti per le Radiocronache e le sale stampa. L'unica critica mossa negli anni allo stadio fu l'eccessiva lontananza delle curve dal campo di gioco, che penalizzava notevolmente la visione delle partite di calcio, dovuta alla presenza della pista di atletica e alla necessità di ricalcare il perimetro della struttura preesistente.
1990, ristrutturazione e copertura dello stadio
La copertura dello stadio aggiunta durante gli anni novanta.
In vista dei Mondiali di calcio di Italia '90, dei quali l'Olimpico era lo stadio principale, l'impianto fu oggetto di radicali interventi di ristrutturazione. A causa dei lavori, durante il campionato 1989/90 le squadre capitoline della Lazio e della Roma giocarono le loro gare interne allo Stadio Flaminio. I lavori furono affidati a un'imponente squadra di progettisti, fra cui lo stesso progettista originario Annibale Vitellozzi. Dal 1987 al 1990 il piano di intervento subì numerose modifiche, con la conseguente lievitazione dei costi. In definitiva, l'impianto fu interamente demolito e ricostruito in cemento armato, ad eccezione della Tribuna Tevere ampliata con l'aggiunta di ulteriori gradinate; le curve furono avvicinate al campo di nove metri. Tutti i settori dello stadio furono integralmente coperti con una copertura in tensostruttura bianca. Furono installati seggiolini senza schienale in plastica azzurra. Due maxischermi, costruiti nel 1987 per i Mondiali di atletica, furono montati all'interno delle curve.
Al termine dei lavori la nuova versione dell'Olimpico superò gli 80.000 posti, e fu così il 14° stadio al mondo per numero di posti tra gli stadi usati per il calcio, il 29° fra tutti gli stadi ed il secondo in Italia, di poco dietro allo stadio Meazza di Milano. I lavori di ristrutturazione, pur con il risultato di un impianto indubbiamente imponente e affascinante, non tennero conto dell'impatto sull'ambiente circostante. L'innalzamento delle gradinate e la realizzazione della copertura stravolsero completamente i principi secondo i quali il precedente stadio era stato pensato e costruito.
L'Olimpico ospitò le prime 5 partite dell'Italia nel Mondiale (arrivarono 5 vittorie) e la finale tra Germania Ovest e Argentina, che consacrò i tedeschi campioni del Mondo.
Con la stessa conformazione del 1990, il 22 maggio 1996 lo Stadio Olimpico ospitò la finale di Champions League tra Juventus e Ajax, che vide prevalere i primi ai calci di rigore.
La copertura dello stadio aggiunta durante gli anni novanta.
In vista dei Mondiali di calcio di Italia '90, dei quali l'Olimpico era lo stadio principale, l'impianto fu oggetto di radicali interventi di ristrutturazione. A causa dei lavori, durante il campionato 1989/90 le squadre capitoline della Lazio e della Roma giocarono le loro gare interne allo Stadio Flaminio. I lavori furono affidati a un'imponente squadra di progettisti, fra cui lo stesso progettista originario Annibale Vitellozzi. Dal 1987 al 1990 il piano di intervento subì numerose modifiche, con la conseguente lievitazione dei costi. In definitiva, l'impianto fu interamente demolito e ricostruito in cemento armato, ad eccezione della Tribuna Tevere ampliata con l'aggiunta di ulteriori gradinate; le curve furono avvicinate al campo di nove metri. Tutti i settori dello stadio furono integralmente coperti con una copertura in tensostruttura bianca. Furono installati seggiolini senza schienale in plastica azzurra. Due maxischermi, costruiti nel 1987 per i Mondiali di atletica, furono montati all'interno delle curve.
Al termine dei lavori la nuova versione dell'Olimpico superò gli 80.000 posti, e fu così il 14° stadio al mondo per numero di posti tra gli stadi usati per il calcio, il 29° fra tutti gli stadi ed il secondo in Italia, di poco dietro allo stadio Meazza di Milano. I lavori di ristrutturazione, pur con il risultato di un impianto indubbiamente imponente e affascinante, non tennero conto dell'impatto sull'ambiente circostante. L'innalzamento delle gradinate e la realizzazione della copertura stravolsero completamente i principi secondo i quali il precedente stadio era stato pensato e costruito.
L'Olimpico ospitò le prime 5 partite dell'Italia nel Mondiale (arrivarono 5 vittorie) e la finale tra Germania Ovest e Argentina, che consacrò i tedeschi campioni del Mondo.
Con la stessa conformazione del 1990, il 22 maggio 1996 lo Stadio Olimpico ospitò la finale di Champions League tra Juventus e Ajax, che vide prevalere i primi ai calci di rigore.
2008, restyling dello stadio
Lo stadio Olimpico dopo il restyling del 2008.
Nel 2007 è stato avviato un vasto piano di restyling dell'interno dello stadio, per renderlo conforme alle norme UEFA, in vista della finale di Champions League che si è disputata il 27 maggio 2009. I lavori, conclusi nel 2008, hanno contemplato la messa a norma delle strutture - con miglioramenti per la sicurezza - l'adeguamento di spogliatoi e sala stampa, la sostituzione completa dei sedili, l'installazione di nuovi maxischermi digitali ad alta definizione, l'arretramento delle panchine (solo per le partite interne della Roma), la parziale rimozione delle barriere in plexiglas tra gli spalti e il terreno di gioco, e una riduzione dei posti fino alla capienza attuale di 72.698 spettatori.[1] Al fine di aumentare il comfort degli spettatori una parte dei lavori di ammodernamento dello stadio hanno riguardato l'aumento dei punti di ristoro e l'adeguamento dei servizi igienici.
Questi interventi hanno permesso allo Stadio Olimpico di rientrare nella categoria "Elite" degli stadi europei.
Lo stadio Olimpico dopo il restyling del 2008.
Nel 2007 è stato avviato un vasto piano di restyling dell'interno dello stadio, per renderlo conforme alle norme UEFA, in vista della finale di Champions League che si è disputata il 27 maggio 2009. I lavori, conclusi nel 2008, hanno contemplato la messa a norma delle strutture - con miglioramenti per la sicurezza - l'adeguamento di spogliatoi e sala stampa, la sostituzione completa dei sedili, l'installazione di nuovi maxischermi digitali ad alta definizione, l'arretramento delle panchine (solo per le partite interne della Roma), la parziale rimozione delle barriere in plexiglas tra gli spalti e il terreno di gioco, e una riduzione dei posti fino alla capienza attuale di 72.698 spettatori.[1] Al fine di aumentare il comfort degli spettatori una parte dei lavori di ammodernamento dello stadio hanno riguardato l'aumento dei punti di ristoro e l'adeguamento dei servizi igienici.
Questi interventi hanno permesso allo Stadio Olimpico di rientrare nella categoria "Elite" degli stadi europei.
Nessun commento:
Posta un commento