Roma, 3 gennaio – Il Museo dell’Ara Pacis espone novanta fotografie scattate nei principali teatri dei conflitti che hanno insanguinato il mondo, a partire dalla guerra di Spagna del 1935 a quella del Libano del 2007. Fotografie, come spiegano i curatori Alessandra Mauro e Denis Curti, che negli anni sono diventate delle icone, sino a definire “una vera e propria estetica della guerra”.Il soldato che stringe il fucile, traumatizzato dalle bombe in Vietnam, nello scatto di Don McCullin; la veglia funebre in Kosovo di Merillon; la bandiera americana piantata su Iwo Jima nella Seconda Guerra Mondiale; il miliziano ripreso da Robert Capa colpito a morte nella guerra civile spagnola, le fosse comuni della Bosnia nelle foto di Gilles Press, la guerra nel Libano di Paolo Pellegrin e tutte le altre in mostra dispiegano il loro potere tracciando un percorso di orrori lungo settant’anni.
Questa mostra le ripropone, ciascuna accompagnata da un testo che ne racconta la storia, il contesto e il valore simbolico acquisito negli anni, per meditare sulla follia della guerra e sulla nostra consapevolezza, oscillante tra l’urgenza di sapere e il desiderio di proteggersi dal dolore.
“Una fotografia non può costringere. Non può svolgere il lavoro morale al posto nostro. Ma ci può mettere sulla buona strada”, per dirla con Susan Sontag.
Ombre di guerra è un progetto dell’agenzia Contrasto su proposta dalla Fondazione Veronesi, nell’ambito delle iniziative legate alla III Conferenza internazionale Science for Peace per la diffusione di una cultura di pace e la progressiva riduzione degli ordigni nucleari e delle spese militari a favore di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo.
“Queste fotografie vogliono essere un invito alla riflessione e poi al dibattito su come dire basta alla violenza. Per questo la mostra fa parte delle iniziative promosse da Science for Peace, il progetto che ho voluto creare per promuovere la cultura della non violenza e della tolleranza” afferma il Prof. Umberto Veronesi.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico.
Fotografi in mostra
Abbas, Eddie Adams, Lynsey Addario, Dimitri Baltermants, Micha Bar-Am, Bruno Barbey, Gabriele Basilico, Werner Bishof, Phili Blnkinsop, Jean-Marc Bouju, Alexandra Boulat, Margaret Bourke-White, Henri Bureau, Larry Burrows, Romano Cagnoni, Robert Capa, Gilles Caron, Francesco Cito, Mario De Biasi, Corinna Dufka, Thomas Dworzak, Stuart Franklin, Leonard Freed, Mauro Galligani, Marc Garanger, Jean Gaumy, Ashley Gilbertson, Stanley Greene, Philip Jones-Griffith, Ron Haviv, Tim Hetherington, Henri Huet, Yevgeni Khaldei, Josef Koudelka, Alex Majoli, Eiichi Matsumoto, Don McCullin, Susan Meiselas, Georges Merillon, Davide Monteleone, James Nachtwey, Paolo Pellegrin, Gilles Peress, Joe Rosenthal, Sebastião Salgado, David “Chim” Seymour, Crhistiane Spengler, Tom Stoddart, Anthony Suau, Gerda Taro, David Turnley, Nick Ut, Peter van Agtmael, Riccardo Venturi, W. Eugene Smith, George Steinmeyer, Laurent Van der Stockt, Francesco Zizola.
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