giovedì 26 agosto 2010

San Paolo Fuori Le Mura

La basilica di San Paolo fuori le mura è una delle quattro basiliche papali di Roma, la seconda più grande dopo quella di San Pietro in Vaticano.
Sorge lungo la
via Ostiense, vicino alla riva sinistra del Tevere, a circa due km fuori dalle mura aureliane (da cui il suo nome) uscendo dalla Porta San Paolo. Si erge sul luogo che la tradizione indica come quello della sepoltura dell'apostolo Paolo (a circa 3 km dal luogo - detto "Tre Fontane" - in cui subì il martirio e fu decapitato); la tomba del santo si trova sotto l'altare maggiore, detto "altare papale". Per questo, nel corso dei secoli, è stata sempre meta di pellegrinaggi; dal 1300, data del primo Anno Santo, fa parte dell'itinerario giubilare per ottenere l'indulgenza e vi si celebra il rito dell'apertura della Porta Santa. Fin dall'VIII secolo la cura della liturgia e della lampada votiva sulla tomba dell'apostolo è stata affidata ai monaci benedettini dell'annessa abbazia di San Paolo fuori le Mura.
L'intero complesso degli edifici gode dell'
extraterritorialità della Santa Sede, pur trovandosi nel territorio della Repubblica Italiana.
Il luogo rientra nella lista dei
patrimoni dell'umanità dell'Unesco dal 1980.
Il corpo della basilica è preceduto dal cortile quadriporticato realizzato tra il 1890 e il 1928 da Guglielmo Calderini su progetto iniziale di Luigi Poletti.
Il lato dell'ingresso ("
nartece") ha solo una fila di colonne, i due laterali hanno una doppia fila, e il lato frontale, che immette all'interno della basilica presenta una tripla fila di colonne più alte e robuste rispetto alle altre. Al centro del cortile si trova la statua di San Paolo, realizzata in marmo di Carrara da Giuseppe Obici. Le pareti laterali sono decorate con medaglioni raffiguranti i simboli degli apostoli e alcuni discepoli di San Paolo.
La facciata sopra il colonnato è decorata con dei mosaici eseguiti fra il 1854 e il 1874 su cartoni di Filippo Agricola e Giulio Consoni che si ispirarono per quanto possibili a quello originale del
X secolo. La parte superiore ("timpano") raffigura Cristo benedicente posto in mezzo a San Paolo e San Pietro e la striscia centrale l'Agnello divino sul monte del paradiso da cui sgorgano i quattro fiumi simboleggianti i Vangeli, nei quali si dissetano dodici agnelli, che simboleggiano gli apostoli. Nel quadro inferiore, alternati alle finestre sono raffigurati i quattro profeti dell'Antico Testamento: Isaia, Daniele, Geremia ed Ezechiele.

Statua di San Paolo e mosaico della facciata
Oltre la triplice fila di colonne del portico sono ricavate le tre porte che immettono all'interno della basilica. Quella centrale, la più grande risale al
1931 ed è opera di Antonio Maraini. La porta, alta 7,48 metri e larga 3,35 raffigura degli episodi della vita dei santi Pietro e Paolo ed è realizzata in bronzo e decorata da una croce realizzata con la tecnica dell'agemina in argento ed incrostata di lapislazzuli.
La porta di destra, risalente all'
XI secolo è divisa in 54 pannelli nei quali sono incise scene di vita di Gesù e dei suoi apostoli, è chiamata porta Bizantina e fungeva da ingresso principale fino al 1967 quando è stata invece scelta per chiudere la Porta Santa. Quest'ultima, opera di Enrico Manfrini misura 3,71 metri in altezza e 1,82 in larghezza, illustra il tema della Trinità e reca alla base un distico augurale in latino: "Ad sacram Pauli cunctis venientibus aedem – sit pacis donum perpetuoquoe salus" ("a quanti vengono nel santo tempio di Paolo sia concesso il dono della pace e della salvezza eterna")[5].
La basilica presenta una pianta a croce latina ed è divisa in cinque navate, prive di cappelle laterali e separate da quattro file di 20 colonne monolitiche di granito. Il pavimento è in marmo. Le navate e il transetto sono fregiati dai tondi, iniziati da Pio IX nel
1847, contenenti i ritratti di tutti i Pontefici, da San Pietro fino all'attuale papa Benedetto XVI.
Sopra questi medaglioni, nella parte alta della navata centrale sono ricavati 36 affreschi nei quali sono raffigurati degli episodi della vita di San Paolo, anch'essi voluti da Pio IX e terminati nel
1860. Sul fondo della navata centrale, sopra l'abside si trova l'Arco trionfale, detto anche di Galla Placidia in onore alla sorella dell'imperatore Onofrio che finanziò l'opera. L'intera basilica, lunga 131,66 metri, larga 65, alta 29,70, è imponente e rappresenta per grandezza la seconda delle quattro basiliche patriarcali di Roma. Alla basilica è annesso il chiostro e il monastero.
Durante i vari scavi e sondaggi compiuti dalla prima metà dell'Ottocento ad oggi sono emerse più di 1700 lastre con iscrizioni, che fungevano da lapidi per le oltre 5000 sepolture stimate ancora sotto il pavimento della basilica. Le basiliche martiriali (non solo di Roma) vennero infatti usate dal IV secolo in poi come enormi cimiteri coperti, con una densa stratificazione e numerosi casi di "furti di tombe".
Celebri abati dell'annessa abbazia sono stati don
Ildefonso Schuster (divenuto poi cardinale) e Giovanni Franzoni (prima sospeso a divinis a causa della la sua aperta presa di posizione per la libertà di voto dei cattolici al referendum sul divorzio e poi dimesso dallo stato clericale, nel 1976).

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