mercoledì 28 luglio 2010

Ara Pacis Augustae


«Quando tornai a Roma dalla Spagna e dalla Gallia, compiute con successo le imprese in quelle provincie, il Senato stabilì, per il mio ritorno di consacrare l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e che qui i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale»
Questo è il resoconto delle imprese dell'imperatore Augusto in Gallia e in Spagna. E fu proprio lui che nel 13 a.C fece votare la costruzione di questo altare, e nel 9 a.C dedicò l'Ara Pacis Augustae, alla Pace, rappresentandola come una dea romana.
L'altare fu edificato nel punto del
Campo Marzio in cui si celebravano le vittorie. Aveva come scopo solo la propaganda delle imprese di Augusto e l'esaltazione della Pax Romana, il periodo di prosperità raggiunta dal suo regno, che avrebbe fatto rifiorire la terra sotto il dominio universale romano.

L'inaugurazione dell'Ara Pacis ebbe luogo nel giorno del compleanno di Livia, la moglie di Augusto.
Era un edificio maestoso, ma come accadde per gran parte dei monumenti di Roma, fu sepolto dall'innalzamento del livello del terreno e dal tempo. Si dovette aspettare fino al 1568, perché tornassero alla luce i primi frammenti. Nel corso del 1800 si susseguirono vari scavi, ma solo dopo quelli del 1938 il monumento fu ricomposto in tutte le sue parti (con qualche inesattezza). Per la sua sistemazione venne creato appositamente un padiglione, proprio in prossimità del Mausoleo di Augusto, il monumento funerario fatto costruire dall'Imperatore. In realtà non era quella la collocazione originaria dell'Ara Pacis che in all'inizio doveva trovarsi a una certa distanza da quel luogo.

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