Nell'area immediatamente adiacente a Piazza Venezia, oltre il Vittoriano, si sviluppa una delle zone archeologiche più importanti del mondo, il Foro Romano.
Il foro romano non era una semplice piazza, e, col tempo, assunse le dimensioni e la connotazione di un vero e proprio quartiere. Vi erano templi, tribunali, sale di consiglio e spazi liberi circondati da monumentali porticati, dove consumati oratori arringavano folle enormi che si spostavano, in caso di maltempo, nei saloni o nelle basiliche. Benché fosse destinata principalmente alle transazioni commerciali e all'amministrazione della giustizia, la basilica romana, in realtà, poteva essere adibita alle più svariate funzioni, non ultima quella di accogliere – come sarebbe poi accaduto stabilmente con i cristiani, che derivarono la forma delle loro basiliche da quelle romane – una congregazione religiosa.
Il foro ospitava dunque la vita pubblica della città. Man mano che gli imperatori ne fondavano uno nuovo, adiacente al vecchio, aumentava la comunità di persone che vi confluivano per fare spese – i mercati si trovavano nelle dirette vicinanze – per assistere ai riti religiosi, agli affari pubblici, ai processi privati o, semplicemente, per incontrarsi. Secondo Vitruvio, "le dimensioni del Foro dovrebbero adattarsi al pubblico, per evitare che lo spazio sia troppo ristretto rispetto all'uso cui è adibito... la pianta sarà rettangolare e la disposizione verrà adattata a fini spettacolari". I Romani hanno sempre mostrato una particolare attenzione al corretto dimensionamento degli spazi urbani, la cui realizzazione era sempre pianificata all'interno di un progetto generale, analogamente a quanto accade oggi nelle nostre città, con la stesura dei piani regolatori urbanistici.
Il Foro di Roma non era soltanto il centro della capitale, ma, in un certo senso, di tutto l'Impero. Era il luogo dove folle immense si radunavano per i comizi, o per assistere ai cortei trionfali dei condottieri che sfilavano con i prigionieri incatenati alle ruote dei cocchi. Era anche il palcoscenico ufficiale della Roma tradizionale, nella quale regnavano ordine, giustizia ed efficienza, ma che spesso celava una realtà diversa, quella della Roma aggressiva e crudele – basti pensare alla brutalità di alcuni svaghi - certamente meno edificante e più difficile da celebrare.
Il foro ospitava dunque la vita pubblica della città. Man mano che gli imperatori ne fondavano uno nuovo, adiacente al vecchio, aumentava la comunità di persone che vi confluivano per fare spese – i mercati si trovavano nelle dirette vicinanze – per assistere ai riti religiosi, agli affari pubblici, ai processi privati o, semplicemente, per incontrarsi. Secondo Vitruvio, "le dimensioni del Foro dovrebbero adattarsi al pubblico, per evitare che lo spazio sia troppo ristretto rispetto all'uso cui è adibito... la pianta sarà rettangolare e la disposizione verrà adattata a fini spettacolari". I Romani hanno sempre mostrato una particolare attenzione al corretto dimensionamento degli spazi urbani, la cui realizzazione era sempre pianificata all'interno di un progetto generale, analogamente a quanto accade oggi nelle nostre città, con la stesura dei piani regolatori urbanistici.
Il Foro di Roma non era soltanto il centro della capitale, ma, in un certo senso, di tutto l'Impero. Era il luogo dove folle immense si radunavano per i comizi, o per assistere ai cortei trionfali dei condottieri che sfilavano con i prigionieri incatenati alle ruote dei cocchi. Era anche il palcoscenico ufficiale della Roma tradizionale, nella quale regnavano ordine, giustizia ed efficienza, ma che spesso celava una realtà diversa, quella della Roma aggressiva e crudele – basti pensare alla brutalità di alcuni svaghi - certamente meno edificante e più difficile da celebrare.
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